Giovani luce del mondo – riflessione biblica

Giovani luce del mondo

Mt 24, 9-13

Riflessione biblica di don Luigi Verdi (Fraternità di Romena)

Gesù lo aveva annunciato: “vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda”. Il martirio delle prime comunità cristiane è stato un dono di vita: più cristiani uccidevano, più ne crescevano. Più versavano sangue di martiri, più diventava fecondità di vita e di fede che faceva moltiplicare a dismisura il numero dei cristiani. Di fronte ai romani dominatori e ai popoli pagani, i cristiani si presentavano sempre come gente libera, non manipolabile, che non adorava i vari dei del tempo. Anzi, erano uniti, pieni di gioia, generosi: forse davano fastidio. Anche il delirio di onnipotenza di imperatori come Nerone si accaniva sui cristiani producendo l’effetto contrario. Nel gennaio 2017 Papa Francesco, in un’omelia della Messa mattutina a S. Marta, ha detto: “Oggi ci sono più martiri che nei primi secoli, ma i media non lo dicono perché non fa notizia”; o ai media fa comodo creare la notizia per vantaggi politici elettorali aggiungiamo noi. Parlando dei cristiani perseguitati, Papa Francesco ricorda che “senza memoria non c’è speranza”. E’ necessaria la “memoria dei martiri, quelli che hanno sofferto e dato la vita come Gesù, che furono lapidati, torturati, uccisi di spada”. La Chiesa è “questo popolo di Dio, peccatore ma docile, che fa grandi cose e anche dà testimonianza di Gesù Cristo fino al martirio”. Il Papa aggiunge che “i martiri sono quelli che portano avanti la Chiesa, sono quelli che sostengono la Chiesa, che l’hanno sostenuta e la sostengono oggi. E oggi ce ne sono più dei primi secoli”. Sì, proprio oggi ce ne sono di più: in tanti paesi vicini o lontani, ci sono cristiani che danno la vita per la loro fede. E’ una Quaresima continua non fatta dai nostri piccoli fioretti o pallidi digiuni, ma un dare la vita per Gesù, per restargli fedeli. Nei paesi poveri questo avviene quotidianamente; ma nel nostro tempo anche in mezzo a noi ci sono cristiani perseguitati. Anche voi giovani se siete coscienti della vostra fede, non trovate applausi o tanta gente che vi segue, anzi. Sono più le derisioni, le prese in giro, il mettervi alla prova e lo sfidarvi: ma se superate questi momenti, vi rafforzate. Dalla Quaresima passate alla Pasqua perché niente di più vero può spezzare il dominio di tanta superficialità che è intorno a noi: la vostra gioia nella fatica. Sì perché la Quaresima è questa fatica ad essere fedeli oggi per una risurrezione di Pasqua domani, che sarà più feconda di tante parole o gesto liturgici che non hanno il segno del sangue nelle proprie righe. Siete pronti a questa sfida? Anche se vi sentirete soli, senza quel gruppo di amici che vi accompagnano sempre, guardate avanti, oltre. E diventerete luce del mondo: oggi si lavora più per contagio che per sforzo. Quel poco in cui crediamo, sia il segno della nostra unione con l’Assoluto. Testimoni, e quindi martiri, di un incontro che ci ha cambiato la vita: quello con quel Gesù che per primo è stato messo a morte, sfidato, non capito, minacciato. Sareste capaci voi ragazzi di non perdere il vostro coraggio e la vostra trasparenza? Come potreste essere oggi testimoni credibili di un amore più grande?