Giovani risorsa del mondo – riflessione biblica

Giovani risorsa del mondo

Mt.15,21-28. Mt 21, 41

Riflessione biblica di don Luigi Verdi (Fraternità di Romena)

Che strano questo Gesù! Un Gesù duro, quasi antipatico, chiuso nei suoi confini, nemico degli stranieri, un Gesù che risponde in malomodo e che sembra non vedere il dolore dell’altro: insensibile e sordo, come tante volte può sembrarci Dio quando lo preghiamo. Lo sappiamo che a Gesù non piaceva fare miracoli, che preferiva che le sue parole scendessero nei cuori addolcendoli e che gli brillavano gli occhi quando qualcuno, come Zaccheo, si lasciava toccare l’anima; chiedeva solo di essere ascoltato, Gesù, più che essere pregato come un santone o un guru. Che strano questo Gesù: ricorda quello delle nozze di Cana, quando a Maria, che gli faceva notare che alla festa non c’era più vino, lui rispose: “Che ho da fare con te o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. Anche lì una madre che chiede, anche lì Gesù cambia idea.

Ma qui neanche i discepoli riescono a fargli fare quel miracolo che la donna straniera gli domanda: un miracolo come ne ha fatti tanti, guarire una bambina. Neanche il fastidio di quelle grida, di quel dolore urlato, di quella invocazione fatta in ginocchio da una povera madre: “Signore, aiutami”.

E Gesù le risponde con durezza: il pane è dei figli, non va sprecato. In tempi di ristrettezze il pane va centellinato, non si getta da mangiare ai cani. E’ vero, risponde la donna, ma che Dio sarebbe un Dio che rifiuta di dare qualche briciola ai cagnolini? Non sarebbe un Dio da amare. Questo in fondo gli dice la cananea e Gesù capisce, apre il suo cuore alla fame e al dolore di tutti: che bello che anche Gesù ha dovuto rivedere i suoi confini e ha cambiato idea! Come a Cana anche qua una donna riesce a far sconfinare Gesù.  Nel regno di Dio il pane è per tutti, anche per i cagnolini, anche per quelli che non se lo meritano o che non appartengono alla stessa famiglia: per tutti perché il sogno di Dio è quello della sovrabbondanza, della sazietà, dell’infinito. Nel regno di Dio non ci sono figli e figliastri, uomini e cani, solo fame e uomini e donne e bambini da saziare.

“Donna, grande è la tua fede” le dice Gesù, a lei che prega un altro Dio, a lei ritenuta una pagana: grande la fede di chi crede che il cuore di Dio è ampio, che è una casa per tutti; un cuore che batte, si commuove e ama tutti, senza limiti, senza confini.

Forse questo aspettava Gesù da quella donna, questo voleva sentirsi dire, quasi a conferma di qualcosa che per lui era ancora solo desiderio nascosto o una segreta intuizione: il Padre è di tutti! Nella tradizione ortodossa questa donna viene chiamata la Teologa, colei che ha addirittura dato il metro di Dio a Gesù, colei che ha suscitato in lui la rivelazione della sua missione, colei che ha aperto gli occhi a Gesù. E’ quel “dare in affitto la vigna ad altri contadini”, come Gesù dice nella parabola dei vignaioli omicidi.

E a noi oggi cosa dice questo brano di Vangelo? Forse ci invita a fare come la cananea, che insiste nel chiedere senza stancarsi, nel gridare per farsi sentire, anche quando intorno sembra tutto solo silenzio. E nel riconoscere infine che Dio può avere un cuore grande: almeno quanto quello di una madre.